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Edward Bach: la Vita
Fin da piccolo si convince che tutte le cose hanno un'anima e la sua accesa sensibilità lo porta a ritenere che tutto gli parli un linguaggio sottile e misterioso che tuttavia lui riesce a cogliere. Si laurea in medicina nel 1912 ed inizia la pratica ospedaliera con l’entusiasmo che contraddistinguerà tutta la sua vita; ben presto si rende conto che la medicina ha un carattere meccanico e impersonale e si concentra sulla malattia e sul sintomo e non sull'uomo nella sua complessità, nei suoi piani fisico, emozionale, mentale e spirituale. In ospedale notò come gli effetti di una cura fossero diversi tra paziente e paziente: “la personalità dell’individuo è molto più importante della parte fisica, ovvero del corpo, nella cura della malattia”. Come scrisse Bach “è l'uomo che va curato, non la malattia”. E’ evidente a tutti che alcune cure risultano efficaci per un paziente ed inutili per altri. In sintonia con le sue idee abbandona l'ospedale per dedicarsi alla ricerca sui batteri, dove otterrà importanti risultati. Allo scoppio della prima guerra mondiale, Bach fu riformato a causa delle sue precarie condizioni fisiche e gli fu affidata la responsabilità di un reparto dell'ospedale dove si è laureato. Nel luglio del 1917 svenne e fu operato d'urgenza con una diagnosi di tumore con metastasi e 3 mesi di vita. Cadde in una depressione profonda e si rese conto di non avere il tempo necessario per portare a termine le sue ricerche. Decide comunque di tentare il più alto numero di ricerche ed esperimenti possibili. Assorbito da questo scopo trascorrono ben più di tre mesi, la malattia regredì e scomparì. Fu così che Bach ebbe la conferma che un grande amore, una passione, uno scopo nella vita è di fondamentale importanza, tanto da fermare la morte. Lesse l’opera di Hahnemann, creatore dell'Omeopatia e ne rimase profondamente colpito, perché si avvicinava alle sue convinzioni: andò a lavorare presso l’ospedale omeopatico di Londra ed unì le scoperte di Hahnemann con le proprie e trovò dei vaccini omeopatici chiamati in seguito nosodi. Divise i batteri responsabili delle malattie in gruppi e iniziò ad analizzare le caratteristiche che accomunavano le persone bisognose di uno stesso vaccino. Scoprì le tipologie psicologiche corrispondenti e i diversi profili umani. Capì sempre più chiaramente che lo stato d'animo provoca la malattia e non viceversa: alla base di ogni malattia c'era uno stato d'animo negativo. Divenne un medico famoso, sia per la medicina allopatica che per quella omeopatica. Tuttavia Bach continuava ad essere insoddisfatto dei vaccini: alcune persone non rispondevano alle cure da lui stabilite. Spinto da questa esigenza di completezza cercò allora nuovi rimedi tra le piante e le erbe, alla ricerca di una correlazione fra queste ultime, i vari stati d'animo e la reazione alle terapie. Nel 1928 decise di andare oltre l’omeopatia e scoprì i primi fiori a livello puramente intuitivo. Nel 1930 abbandonò la professione medica e si dedicò con grande passione alla ricerca di nuovi fiori; ne trovò 12 (i 12 guaritori). Le piante dovevano essere dolci, non dovevano essere quelle usate come medicinali, né quelle usate per scopi alimentari. I 38 fiori sono piante semplici, spesso poco considerate, non ornamentali e poco conosciute. Osservò la rugiada sui petali quando il sole era alto in cielo e capì che in questo modo il fiore cedeva all’acqua le sue proprietà, che venivano magnetizzate dal sole. Nel suo famoso libro “Guarisci te stesso” scrive: “la malattia non è altro che un atteggiamento mentale ormai consolidato, la cosa veramente necessaria è trattare lo stato d’animo del paziente e la malattia sparirà”. Nel 1935 Bach aveva trovato 38 fiori e dichiarò che pensava di aver trovato quelli necessari per il benessere fisico e mentale dell’umanità: la sua missione era compita. Curò moltissima gente, a cui insegnava a curarsi da sola; molti suoi collaboratori non erano medici. L’ordine dei medici lo diffidò dal continuare questi comportamenti. Bach non rinunciò e abbandonò la medicina ufficiale. Morì nel novembre del 1936. La Floriterapia da lui creata è la cura che tramite 38 essenze di fiori risolve problemi legati alla psiche, agli stati d'animo negativi e a quelle emozioni che provocano squilibrio e disarmonia. Indirettamente la Floriterapia cura molti sintomi e malattie del corpo, quando questi sono causati da un disagio dello spirito (e cioè nella maggior parte dei casi). Edward Bach morì il 27 novembre 1936. Quello fu l'anno della messa a punto della Floriterapia, e da allora il sistema dilagò in tutto il mondo, ricevendo entusiastici consensi. Sul piano ufficiale, la Floriterapia è un sistema terapeutico riconosciuto dall'OMS dal 1976. Edward Bach, medico gallese, nacque il 24 settembre 1886 a Moseley, vicino a Birmingham. L’ambiente bucolico e la serenità di quei luoghi lo predisposero ad uno stretto contatto con la natura. Fin da piccolo si convince che tutte le cose hanno un'anima e la sua accesa sensibilità lo porta a ritenere che tutto gli parli un linguaggio sottile e misterioso che tuttavia lui riesce a cogliere. Si laurea in medicina nel 1912 ed inizia la pratica ospedaliera con l’entusiasmo che contraddistinguerà tutta la sua vita; ben presto si rende conto che la medicina ha un carattere meccanico e impersonale e si concentra sulla malattia e sul sintomo e non sull'uomo nella sua complessità, nei suoi piani fisico, emozionale, mentale e spirituale. In ospedale notò come gli effetti di una cura fossero diversi tra paziente e paziente: “la personalità dell’individuo è molto più importante della parte fisica, ovvero del corpo, nella cura della malattia”. Come scrisse Bach “è l'uomo che va curato, non la malattia”. E’ evidente a tutti che alcune cure risultano efficaci per un paziente ed inutili per altri. In sintonia con le sue idee abbandona l'ospedale per dedicarsi alla ricerca sui batteri, dove otterrà importanti risultati. Allo scoppio della prima guerra mondiale, Bach fu riformato a causa delle sue precarie condizioni fisiche e gli fu affidata la responsabilità di un reparto dell'ospedale dove si è laureato. Nel luglio del 1917 svenne e fu operato d'urgenza con una diagnosi di tumore con metastasi e 3 mesi di vita. Cadde in una depressione profonda e si rese conto di non avere il tempo necessario per portare a termine le sue ricerche. Decide comunque di tentare il più alto numero di ricerche ed esperimenti possibili. Assorbito da questo scopo trascorrono ben più di tre mesi, la malattia regredì e scomparì. Fu così che Bach ebbe la conferma che un grande amore, una passione, uno scopo nella vita è di fondamentale importanza, tanto da fermare la morte. Lesse l’opera di Hahnemann, creatore dell'Omeopatia e ne rimase profondamente colpito, perché si avvicinava alle sue convinzioni: andò a lavorare presso l’ospedale omeopatico di Londra ed unì le scoperte di Hahnemann con le proprie e trovò dei vaccini omeopatici chiamati in seguito nosodi. Divise i batteri responsabili delle malattie in gruppi e iniziò ad analizzare le caratteristiche che accomunavano le persone bisognose di uno stesso vaccino. Scoprì le tipologie psicologiche corrispondenti e i diversi profili umani. Capì sempre più chiaramente che lo stato d'animo provoca la malattia e non viceversa: alla base di ogni malattia c'era uno stato d'animo negativo. Divenne un medico famoso, sia per la medicina allopatica che per quella omeopatica. Tuttavia Bach continuava ad essere insoddisfatto dei vaccini: alcune persone non rispondevano alle cure da lui stabilite. Spinto da questa esigenza di completezza cercò allora nuovi rimedi tra le piante e le erbe, alla ricerca di una correlazione fra queste ultime, i vari stati d'animo e la reazione alle terapie. Nel 1928 decise di andare oltre l’omeopatia e scoprì i primi fiori a livello puramente intuitivo. Nel 1930 abbandonò la professione medica e si dedicò con grande passione alla ricerca di nuovi fiori; ne trovò 12 (i 12 guaritori). Le piante dovevano essere dolci, non dovevano essere quelle usate come medicinali, né quelle usate per scopi alimentari. I 38 fiori sono piante semplici, spesso poco considerate, non ornamentali e poco conosciute. Osservò la rugiada sui petali quando il sole era alto in cielo e capì che in questo modo il fiore cedeva all’acqua le sue proprietà, che venivano magnetizzate dal sole. Nel suo famoso libro “Guarisci te stesso” scrive: “la malattia non è altro che un atteggiamento mentale ormai consolidato, la cosa veramente necessaria è trattare lo stato d’animo del paziente e la malattia sparirà”. Nel 1935 Bach aveva trovato 38 fiori e dichiarò che pensava di aver trovato quelli necessari per il benessere fisico e mentale dell’umanità: la sua missione era compita. Curò moltissima gente, a cui insegnava a curarsi da sola; molti suoi collaboratori non erano medici. L’ordine dei medici lo diffidò dal continuare questi comportamenti. Bach non rinunciò e abbandonò la medicina ufficiale. Morì nel novembre del 1936. La Floriterapia da lui creata è la cura che tramite 38 essenze di fiori risolve problemi legati alla psiche, agli stati d'animo negativi e a quelle emozioni che provocano squilibrio e disarmonia. Indirettamente la Floriterapia cura molti sintomi e malattie del corpo, quando questi sono causati da un disagio dello spirito (e cioè nella maggior parte dei casi). Edward Bach morì il 27 novembre 1936. Quello fu l'anno della messa a punto della Floriterapia, e da allora il sistema dilagò in tutto il mondo, ricevendo entusiastici consensi. Sul piano ufficiale, la Floriterapia è un sistema terapeutico riconosciuto dall'OMS dal 1976. |
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